“E’ indagato per un atto politico di disobbedienza civile e pacifica”. Con queste parole i militanti del Movimento 5 Stelle, Vittorio Bertola, Chiara Appendino e Davide Bono hanno accolto la notizia che Beppe Grillo è indagato dalla procura di Torino per aver violato, il 5 dicembre scorso, i sigilli della casetta costruita dal movimento No Tav a Maddalena di Chiomonte, posta sotto sequestro dall’autorità giudiziaria come abusiva. “Il reato ipotizzato? Non si sa, immagino sia ingresso in baita abusiva”, ironizza Bono. Per il consigliere regionale del Piemonte, infatti, i sigilli apposti dall’autorità “erano stati tolti ben prima che arrivasse Grillo, in quella casetta saranno entrate almeno cinque o sei mila persone; quindi faranno un maxi processo con migliaia di persone indagate”. Secondo Bono, dunque, “si tenta di colpire le persone più in vista nella speranza di scoraggiare tutti gli altri; la filosofia sembra quella del ‘colpiscine uno per educarne cento'”, aggiunge, “e capisco l’atteggiamento perché immagino quante pressioni ci siano, ma non credo sia sufficiente a fermare la protesta”.
Con il comico genovese, nel registro degli indagati è finito anche Alberto Perino, leader del movimento che si oppone alla costruzione della super-linea ferroviaria che dovrebbe collegare il capoluogo piemontese a Lione, in Francia. A Perino sono contestati due episodi: aver bloccato, nel dicembre 2010, i carotaggi all’Autoporto di Susa e gli scontri con le forze dell’ordine, nella notte fra il 23 e il 24 maggio scorsi, per impedire i lavori del tunnel della Maddalena di Chiomonte.
Assieme a loro sono stati denunciati anche Loredana Bellone e Giorgio Vair, sindaco e vice sindaco di San Didero, uno dei comuni più attivi nelle proteste contro la Tav, e altri sei militanti ambientalisti e dei centri sociali torinesi. I reati contestati vanno da invasione e danneggiamento di proprietà e terreni altrui, a danneggiamento aggravato, violenza privata e resistenza a pubblico ufficiale.
“Per ora – aggiungono gli esponenti del movimento 5 Stelle – i magistrati hanno indagato solo alcune delle migliaia di persone che hanno partecipato a queste manifestazioni, scegliendole tra quelle più politicamente in vista, e questo viola il principio di uguaglianza davanti alla legge”.
Anche il portavoce dei No-Tav Perino non ha preso bene la notizia dell’avviso di garanzia. “E’ giustizia ad orologeria”, ha detto sottolineando come i fati contestati siano avvenuti più di un anno fa, ma “casualmente la denuncia viene fuori solo ora, a pochi giorni dall’avvio del cantiere di Venaus. Quasi a insinuare l’esistenza di una saldatura fra liste civiche e antagonismo”.
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e il leader del movimento appeared first on Il Fatto Quotidiano.